Magazine Il Bricolino

Stufe a legna o pellet, una scelta personale

Stufe a legna o pellet, una scelta personale

Scegliere una stufa o un camino che sia a pellet piuttosto che a legna è una scelta di gusti, ma soprattutto di come vorremmo utilizzare tale oggetto in funzione delle nostre abitudini. Rientrare nella propria abitazione e trovare già un ambiente caldo e accogliente ad attenderci oppure preferisci vivere con poesia il focolare lasciando che un caldo bagliore illumini l'arredo del proprio salone? Come si può intuire sarà la nostra personalità a guidare principalmente la scelta del nostro acquisto e sciogliere il nodo mentale che si cela dietro la domanda "Legna o pellet?". Le stufe a pellet sono all'avanguardia sotto l'aspetto tecnologico, completamente programmabili e comandabili addirittura da smartphone mentre siamo lontani dalla nostra abitazione. Una stufa a legna invece implica quel desiderio di ritorno alle origini, del contatto tattile con la legna e il suo naturale profumo. La stufa a pellet produce meno scarto incombusto ed è più semplice da pulire, i prodotti a legna infatti difficilmente rientrano nelle agevolazioni con i parametri più restrittivi (vedi Conto Termico). Permette inoltre di controllare in ogni momento la temperatura della stanza in modo automatico. Una stufa a legna a differenza di quella a pellet può funzionare senza essere connessa all'impianto elettrico ed il costo del combustibile è stabile e costante nel tempo, a differenza del pellet che a seguito della domanda crescente sta subendo una lieve flessione a rialzo, restando comunque molto al di sotto di quella che si registra per i combustibili fossili, come gasolio o metano, a confronto dei quali il pellet resta conveniente. Il pellet è comodamente venduto in sacchi da 15kg, mentre la legna necessita di una legnaia esterna per essere stipata. La canna fumaria dei prodotti a pellet è leggermente più piccola e ha meno limitazioni rendendo più libera l’installazione, a differenza di quella necessaria per una stufa a legna, più grande di quella obbligatoria per i prodotti a pellet (10 cm contro 8 cm) e, per garantire il perfetto tiraggio ha più limitazioni quanto a curve e andamenti e questo può renderne obbligatoria l’installazione solo in certi punti della casa. In conclusione si nota come la scelta sia influenzata dallo spirito di chi prende la decisione, il quale valuta le sue priorità nello specifico e le sue preferenze. I parametri da valutare sono molteplici: efficienza, costi, sostenibilità ambientale, difficoltà o meno di reperire e mantenere le strutture e le materie prime, gusto estetico personale e tante altre. Per questo affidarsi al proprio negoziante di fiducia sarà la cosa giusta da fare per fare la scelta corretta, ed essere guidati verso l'acquisto più adatto alle proprie esigenze.

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Il biotrituratore, un fidato collaboratore

Il biotrituratore, un fidato collaboratore

La cura di giardini o coltivazioni in generale, può arrivare a produrre in media per un area di 1.000 mq anche 125 m cubi di scarti di potatura.  In termini di spazio questo volume può essere ridotto fino al 75% grazie ad un biotrituratore, agevolando in maniera significativa lo smaltimento. Scopriamo allora le potenzialità di questo macchinario, molto spesso sottovalutato. Ma cosa si può triturare? In linea di massima tutto ciò che viene prodotto da taglio e potatura, sia legnoso che morbido. Nel primo caso avremo rami, ramoscelli e scarti della potatura di siepi, mentre quello morbido comprende fiori recisi, scarti di frutta e verdura e foglie. Posso riutilizzare il prodotto del biotrituratore? Il materiale triturato e sminuzzato può essere distribuito sullo stesso terreno e diventare una pacciamatura di concimazione in grado nutrire e di proteggere il terreno dagli agenti atmosferici più severi. In caso di pioggia impedisce l’erosione del terreno, quindi la formazione di solchi scavati dall’acqua, permettendo che il suolo assorba la in maniera graduale. In caso invece di periodi di caldo o gelo funziona bene da isolante e da regolatore dell’umidità. Spesso si ha la cattiva abitudine di bruciare gli sfalci di potatura, rendendo l’aria irrespirabile per se stessi e per i propri vicini, privandosi inoltre del prezioso contributo che se ne potrebbe derivare biotriturandoli. Con il materiale sminuzzato dal biotrituratore diventa più facile preparare il compost e gestire l’intero compostaggio domestico il che permette anche di risparmiare sui concimi. La qualità del compost dipende dal miscuglio giusto, che deve prevedere residui verdi contenenti soprattutto azoto e residui marroni contenenti carbonio. I compost migliori hanno un rapporto carbonio/azoto (C/N) compreso tra 25:1 e 30:1. Un consiglio: l’erba tagliata, mescolata ai rami e alla frasche passate nel biotrituratore, è adatta come materiale per la pacciamatura. L’importante è lasciarla asciugare prima di distribuirla al suolo perché l’erba fresca e umida tende a incollarsi e ostacola la respirazione del terreno. Ottimo mescolare l’erba tagliata di fresco con le foglie raccolte e sminuzzate, il che evita ai fili d’erba di incollarsi e apporta allo strato di pacciamatura il giusto equilibrio azoto-carbonio.

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10 motivi per scegliere una lampadina a tencologia LED

10 motivi per scegliere una lampadina a tencologia LED

  Perché sostituire le propria vecchia lampadina con una a LED? Ecco i 10 motivi per cui conviene fare questa scelta: 1. Consumi bassissimi: una lampada a LED consuma in media un 70-80% in meno di una equivalente a incandescenza e un 40-50% in meno rispetto alle lampade a risparmio. 2. Lunga durata di vita: la vita media di lampade a LED di qualità varia dalle 35.000 alle 50.000 ore, contro 2.000 – 6.000 ore delle lampade alogene e 10.000 – 12.000 delle lampade a risparmio. 3. Non inquinano Le lampade a LED non contengono alcun tipo di elemento tossico o dannoso per l’ambiente o per l’uomo, a differenza delle lampade a risparmio che contengono mercurio, molto tossico ed estremamente dannoso per l’ambiente e per il corpo umano. 4. Non scaldano A quanti di voi è capitato di scottarsi andando a sostituire o a toccare una lampada tradizionale? Ebbene con il LED non correrete più questo rischio, infatti i corpi illuminanti a LED non scaldano e non sprecano inutile energia nella produzione di calore, ma si concentrano a fare esclusivamente il loro lavoro, ovvero emettere più luce possibile; 5. Non emettono raggi UV e non creano campi magnetici dannosi per la salute 6. I prodotti a LED sono molto versatili dal punto di vista dell’estetica e del design, lo conferma il fatto che nascono di continuo nuovi corpi illuminanti dalle forme strane e moderne 7. Alta qualità della luce emessa sia nel colore bianco freddo che nel bianco caldo e alta resa cromatica 8. Niente più fastidiosi sfarfallamenti e luce inizialmente fioca, ma luce continua e al massimo dell’intensità fin da subito. 9. Alta resistenza a urti e cadute, a differenza delle lampade a filamento e anche di quelle a risparmio il LED non teme le cadute anche se è sempre bene evitare di far cadere le proprie lampade. 10. Non soffrono le accensioni ripetute: il LED a differenza di tutte le altre fonti luminose non soffre le accensioni ripetute e la vita di una lampade a LED non risente di questo fattore.  

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